Reuters - 19/02/2010 10:15:10
di Roberto Bonzio
ROMA, 19 febbraio (Reuters) - Nei primi anni Novanta, lui che di anni ne aveva solo 23 girava per le aziende italiane profetizzando che il futuro del business era su Internet.
"Non mi rispondevano che non era vero. Dicevano: cosa vuoi saperne tu, che hai 23 anni!", ricorda Fabrizio Capobianco, fondatore e amministratore delegato di Funambol, azienda di tecnologie open source per telefonini, sviluppo del software a Pavia, marketing e financing a Silicon Valley.
Capobianco è tra i dieci giovani leader raccontati in un libro appena uscito che esamina casi di successo nel campo dell'innovazione, per cercare di capire come mai sia così difficile in Italia per i giovani trasformare in impresa una loro idea. Parte di "Side Leaders", nuovo progetto per valorizzare l'imprenditoria giovanile.
"Purtroppo, a chi ha una bella idea il nostro sistema finanziario non chiede cosa comporti in termini sociali, se potrà migliorare la vita dei cittadini, dare occupazione o benessere... no, ti chiedono la busta paga e il 740. E se un giovane ha una grande idea ma non ha risorse, a nessuno interessa quel che ha in mano o nella testa. Solo quel che può garantire con i suoi risparmi", dice a Reuters Giorgia Petrini, giovane imprenditrice e autrice di "L'Italia che innova" (Koinè Nuove Edizioni), che viene presentato oggi nel corso di un evento all'auditorium dell'Ara Pacis a Roma.
In questa situazione, dice Petrini, per una tradizione italiana tutta legata al patrimonio, diffusa a suo giudizio in tutte le istituzioni finanziarie, "per il fatto che tu ti debba preoccupare di un progetto innovativo garantendo la giusta idea con una casa ipotecata o tre generazioni di imprenditori alle spalle, se non sei ricco, nessuno ti sta a sentire".
Di qui l'idea di scovare casi di successo imprenditoriale controcorrente, di chi "ce l'ha fatta" da solo con una grande idea, in un Paese in cui ai ragazzi, sfiduciati, afferma, nessuno ha insegnato a combattere per ottenere quel che gli spetta.
Mentre a dominare è una gerontocrazia "dove tutti in campo governativo e imprenditoriale hanno più di 50 anni", che guarda spesso al passato. "Siamo ancora ai manifesti elettorali, mentre (il presidente Usa Barack) Obama ha fatto quasi tutta la sua campagna elettorale online e su Facebook... siamo incapaci di comprendere il forte potenziale che questi nuovi strumenti hanno".
Storie di successo legate a creatività e determinazione, quelle raccolte da Petrini. Come quella di Luca Ascani, fondatore di GoAdv, editore di contenuti web che dichiara 17 milioni di visitatori unici al mese, "editore online che pur capendo poco di tecnologia ha avuto un'idea e ha visto un'opportunità di business".
Di Stefano Cigarini, che ha inventato Kicko, portale per scoprire giovani talenti del calcio attraverso uno scouting digitale. O Silvio Gentile, presidente e amministratore delegato di Green Utility spa, che nel campo delle energie rinnovabili si trova a fare da solo il terzo socio... di due colossi internazionali.
Oppure Iosè Magno, unico caso non ancora di successo, fondatore e amministratore delegato di un social network italiano, Blucape, con l'ambizione di rivoluzionare il sistema dei network internazionali di comunicazione e creare migliaia di posti di lavoro in pochi anni.
Con il libro, Petrini si ripropone di rilanciare il progetto "Side Leaders", mirato ad aiutare i giovani che vogliono fare impresa puntando su innovazione e nuovi mercati. "A questo Paese servono imprenditori di prima generazione, un po' di incoscienza costruttiva e quel coraggio necessario a fare una vera e propria rivoluzione culturale", conclude Petrini.
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Al seguente link potete vedere il servizio realizzato da UniromaTV dal titolo "Side Leaders"
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Ufficio Stampa di Uniroma.TV
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