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lunedì 14 dicembre 2009

Defacing Berlusconi: La comunicazione politica in rete

La notizia del giorno dalle 19 di ieri è sicuramente il defacing compiuto sul volto del presidente del Consiglio italiano. E' una notizia che occupa tutti i titoli dei giornali, anche di quelli esteri.
Ieri ho speso una buona mezz'ora su TWITTER, leggendo l'interminabile flusso plurilingue di rilanci sulla notizia. Stamane ho girovagato 15 minuti su facebook, ed è qui che ho notato qualcosa di strano.

E' quindi un'occasione per riprendere le fila del discorso avviato a settembre sul CRM al servizio della politica, per intenderci sugli ultimi echi della vicenda escort a palazzo Grazioli affrontata pubblicamente in Italia da un noto giornalista della stampa estera.

Cerchiamo di capire cosa sta accadendo in queste ore in rete.

Innanzitutto, TWITTER: dall'India alla Francia, dalla Spagna all'Inghilterra, laddove il tweet non era sul semplice fatto ma dotato di un commento, in genere questo commento era contro Berlusconi (nel senso generale di un sottile piacere nel rilanciare la notizia sul defacing...). Ma è noto che nel mondo del business i clienti (o utenti, o cittadini - nel nostro caso - "del mondo") che parlano in genere parlano CONTRO, si lamentano, raccontano la loro esperienza negativa.... C'è da dire che su twitter è un pò scoppiata la pentola: è emersa non dico la gioia (di pochi) quanto, ribadisco, il sottile piacere (già più numerosi) generato da quanto era accaduto. Mi colpiscono gli applausi in portoghese a Tartaglia, il dispiacere di un indiano di non comprendere la nostra lingua per poter leggere i post su facebook di uno dei gruppi su TARTAGLIA SANTO SUBITO, e  la diffusa visione iberica che in qualche modo il defacing se lo sia cercato....

FACEBOOK: dai 15 minuti passati sulla nota piattaforma è nata l'esigenza di scrivere questo pezzo. Dai commenti in tempo reale presenti sul mio profilo non è stato difficile individuare qualcuno dei miei contatti diretti o indiretti già iscritti a gruppi pro Tartaglia o pro Berlusconi. Ovvio che subito si son levate voci di censura (da destra) invocando la chiusura dei gruppi in favore di Tartaglia (insomma, il sarcasmo non può essere di cattivo gusto, per una certa parte politica proprio non ha diritto di essere...).

Ho notato come uno dei gruppi a favore di BERLUSCONIcontroTARTAGLIA (4381 membri, gestito da studenti leghisti) recita testualmente: "Questa persona a mio parere doveva essere lasciata al linciaggio della folla!!"  Anche questo è un segno interessante dello stato di salute sulla nostra democrazia, dove chi invita ad abbassare i toni nel mentre li alza più del dovuto.




Internet è comunque inarrestabile e nel mentre c'è già il gioco in rete, banale ma con la sua colonna adsense a lato pronta a monetizzare l'evento.

Ce n'è un altro che ha rapito la mia attenzione: questo gruppo ha toni meno accessi e violenti, raccoglie + di 300.000 iscritti ma è gestito da un sito d'aste.... e a latere presenta una serie di link, tra cui uno al sito del popolo della libertà e l'altro ad un giornale che si professa senza divisa, ma che leggendo attentamente sembra indossare proprio la divisa del potere corrente. 







Cmq, a conti fatti, se su Twitter l'onda sembra essere neutra o contro B., su Facebook in questo momento siamo a 50.000 Tartaglia vs 500.000 Berlusconi...


La ciliegina sulla torta è arrivata mentre scrivevo questo pezzo: Sandro Ruotolo di Anno Zero pubblica una nota in cui ci si interroga chi ci sia dietro questo proliferare di fan pro Berlusconi. Ci si interroga se sia davvero possibile che una pagina possa crescere di 300.000 utenti in una sola notte... è difficile, caro Sandro, ma non impossibile in un sito come FACEBOOK che conta 10 milioni di persone. E poi bisognerebbe capire quanti iscritti aveva quella pagina il giorno prima, altrimenti come facciamo a sapere  quanti ne ha guadagnati in una notte???? Cmq, certo--- è un pò strano che un sito sia a favore di Berlusconi e contemporaneamente sia ben in evidenza l'asta sull'IPHONE... magari è solo un modo per creare traffico a costo zero surfando con scarsa intelligenza sulle notizie di cronaca.

(Tornando sullo stato della democrazia in Italia: sempre su Facebook è degno di lettura l'ultimo intervento di Roberto Saviano sull'imminente chiusura del processo SPARTACUS. In un Paese davvero democratico bisogna essere garantisti, permettere il diritto alla difesa e alla replica. Ma quando si occupano certe cariche, forse è il caso di darsi regole + strette ed avere la decenza di dimettersi - per puro decoro istituzionale - come accade nelle più mature democrazie anglosassoni. Ma si sa, il decoro ormai non regna sulla penisola.)


Cmq, alla fine, volevo dirvi che un istituto di ricerca mi dà il 90% delle preferenze se mi candidassi adesso alla carica di presidente del Consiglio, e dà il Partito Democratico ad appena il 15%... Caspita, non sapevo Rutelli valesse tanto!!! Ah.... è lo stesso istituto di ricerca del presidente del Consiglio, quello che dava i numeri ieri in piazza Duomo a Milano :-)

mercoledì 2 settembre 2009

Il CRM e i social network al servizio della politica: da Obama a Berlusconi, tra Franceschini e Bersani

CRM, Customer experience management e social network: possono salvare la politica?

L'articolo firmato da Carmine Saviano apparso ieri sulle pagine di Repubblica mi spinge a tornare su un argomento che mi sta a cuore da anni, dai tempi della dimenticata Fabbrica del Programma alla quale prese parte un mio stimato collega per occuparsi in logica CRM delle relazioni con gli elettori e possibili tali. Ho l'impressione di parlare di qualcosa remoto, nel tempo e nello spazio: eppure tutto accadde solo pochi anni fa. Addirittura, non ricordo i risultati delle elezioni a seguire. Tant'è, sarà stato uno dei dimenticabili governi lampo di cui è capace la sinistra di casa nostra. Ricordo si che i programmi del centro-sinistra, fino all'arrivo di Veltroni, sono sempre stati caratte
rizzati dalla verbosità, dalla necessità del compromesso che sempre ha prevalso sulla leggibilità e intelligibilità del messaggio politico.

Qualche esponente di rilievo del PD ha provato anche ad affidarsi alle mani del massmediologo di turno, professione inesistente inventata dal plenipotenziaro della comunicazione Klaus Davi, ma gli esiti li abbiamo visti. D'altronde da un consulente che lavora per destra e sinistra e persegue interessi lobbistici cosa ci si poteva attendere?

Non sarà certo la presenza su Facebook, Twitter e Youtube a risollevare le sorti della sinistra.
Alla carenza di contenuti e messaggio, non c'è CRM che tenga. Il caso Berlusconi ne è un esempio. Nonostante 5 reti a disposizione e la possibilità di poter influire sulle sorti della terza rete RAI, i recenti scandali ne hanno compromesso il livello di popolarità. In politica, ci si aspetta che il Messaggio sia una sintesi di logos e mithos, che sappia parlare con forza ed efficacia alla mente ed al cuore.

Berlusconi presidia indiscutibilmente la parte emotiva, ma da più parti sembra che abbia perso il filo della razionalità. La sinistra, con Veltroni alla guida, ha avuto la possibilità di giocare su entrambi i fronti. Purtroppo, lo storyteller non è riuscito nell'impresa.

Se mi si permette un luogo comune, direi che il modello Obama è l'esempio da seguire.
Non mi si venga a dire che Obama ha vinto grazie al web 2.0. Il team del Presidente ha saputo utilizzare con efficacia le tecnologie sociali, ma alla base c'erano idee, progetti, e soprattutto la capacità di far l
eva su emozioni profonde. Caduto il Muro di Berlino, in Europa le emozioni sono state lentamente estromesse dalla scena politica. E l'utilizzo che oggi se ne fa è strumentale: al servizio di "piccole" cause, contro questo o quel personaggio politico.

Obama ha dalla sua il messaggio (Change), i contenuti (la riforma del sistema sanitario), le emozioni (Hope), grandi doti da oratore, una strategia di comunicazione vicina alle nuove generazioni, ed un grande progetto politico di riforma.

Oltre la metà dei 740 milioni di $ raccolti in campagna elettorale provenivano da piccole donazioni fatte via internet: con una donazione minima di 15$ si partecipava all'estrazione di un viaggio a Chicago con tanto di cena con il futuro Presidente.
Facebook, twitter, iTunes, la posta elettronica. Certo, anche la stampa, i libri e la Tv. Strumenti più o meno alla portata di tutti (di sicuro le tecnologie sociali, il web 2.o): ma bisogna saperli riempire, e poi usare.

Obama e il suo team non sono stati solo un grande spot elettorale. Questa grande capacità di confrontarsi con la gente prosegue sul sito della Casa Bianca: con filmati di 4 minuti che spiegano perchè sia necessaria la riforma del sistema sanitario.

In Spagna hanno lanciato un interessante programma aperiodico dal titolo "Ho una domanda per te": 100 cittadini ed un uomo politico (in genere, il capo del Governo o il capo dell'opposizione).

In Gran Bretagna, come ricordava il direttore del Riformista ieri, fa carriera nel mondo dei media chi mette sotto scacco il potere. Soprattutto quello politico, di qualunque bandiera sia.

In Italia abbiamo Bruno Vespa, grand commis del potente di turno. O dobbiamo affidarci all'invidioso Miguel Mora, corrispondente de El Pais, per vedere formulate domande che interessano lo stato della democrazia in Italia.

Negli USA, il sito della Casa Bianca ospita l' Open for Questions. I cittadini postano le domande che attraverso un processo di selezione trasparente generano un confronto onesto e sano tra cittadini e il loro (di tutti) rappresentante al potere.
Da noi, invece, le domande generano orticaria e querele. Il nostro non è più un BelPaese: con più umiltà, ci stiamo trasformando in un paese.